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L’infermiera bardata e mascherata di tutto punto mi accoglie gentilmente sulla porta della palestra dove si svolge il test di massa anticovid della provincia di Bolzano. Ci guardiamo negli occhi e lei mi saluta e mi dà tutte le informazioni necessarie. In lingua italiana. Lei ha intuito e indovinato, come spesso capita, in quale lingua io l’avrei compresa meglio ed avrei più volentieri potuto interloquire. Alla signora in coda dietro di me, l’infermiera ha rivolto spontaneamente la parola in lingua tedesca. E via di seguito tutto il giorno. La modulistica da compilare è bilingue. Il sito che presenta tutte le regole di questa iniziativa del test di massa con 350.000 potenziali partecipanti, ha 4 opzioni linguistiche: italiano, tedesco, ladino e “in lingua facile”. I numerosi decreti del Presidente della Giunta Provinciale, decisi ed elaborati spesso sotto la la pressione delle ore e dei minuti e con un complesso linguaggio giuridico, vengono puntualmente e contestualmente tradotti e pubblicati in due lingue. Le frequenti conferenze-stampa del nostro Presidente della Giunta provinciale, Arno Kompatscher, avvengono rigorosamente in due lingue, da lui parlate in modo fluente.
Tutto è così normale che gli altoatesini e i sudtirolesi non ci badano nemmeno. E’ tutto così “per natura”? No, questo livello di bilinguismo diffuso di cui possiamo godere tutti, è frutto di un grande lavoro, impegno individuale, formazione scolastica, tolleranza reciproca e amore per l’altra lingua. Nulla di scontato.
A dare forza a questa “virtù” maturata nella società locale, contribuisce anche lo Statuto di Autonomia del 1972 (articoli 99 e 100) dove prevede il diritto di ogni cittadino di potersi rivolgere alla Pubblica Amministrazione nel propria lingua.
Scusate se è poco.
(www.albertostenico.it)
Ci eravamo abituati bene: negli ultimi trent’anni il bilancio della Provincia Autonoma di Bolzano era aumentato in modo significativo anno per anno. Assieme al bilancio, anche gli interventi pubblici a favore dei singoli cittadini, delle imprese e delle organizzazioni intermedie. Mamma Provincia sempre più generosa, anche se non sono mai mancati risentimenti e lamentele per la (asserita) sperequazione tra le categorie. Il trend positivo dei bilanci pubblici è dipeso in massima parte dalle prestazioni dei lavoratori, delle lavoratrici e delle imprese altoatesine che tutte assieme hanno alimentato con le loro imposte fiscali il bilancio. Le tasse pagate in provincia di Bolzano fluiscono per il 90% nelle casse delle Provincia, la quale peraltro si assume direttamente una gran parte delle competenze e delle spese che nel resto d’Italia competono allo Stato.
Nel pieno della attuale crisi sanitaria ed economica da Coronavirus, ognuno è consapevole delle relative conseguenze a lungo termine: nulla tornerà a breve come prima. Nemmeno i bilanci della Provincia e le sue possibilità di intervento economico a 360 gradi. Quanto l’economia sarà in difficoltà, tanto più il bilancio pubblico locale ne soffrirà. La Mamma non potrà più essere generosa come prima, anche se dovrà cercare di utilizzare al meglio gli auspicati (ma non scontati) aiuti statali ed europei. Read More
Recenti notizie di stampa, parlano di asserite difficoltà di carattere “etnico” all’interno della Caritas altoatesina. La componente di lingua italiana e quella di lingua tedesca, avrebbero (si scrive) diverse sensibilità nella gestione comune dell’associazione. La scelta della Caritas era ed è stata coraggiosa: unificare le due diverse sezioni, italiana e tedesca, fino a poco tempo fa separate organizzativamente. Con l’augurio che si tratti solo di una piccola perturbazione seguita poi dal bel tempo stabile, conviene cogliere l’occasione per qualche riflessione e qualche bilancio sulle aspirazioni interetniche nel mondo delle associazioni altoatesine. Servono proprio due diverse associazioni, italiana e tedesca, che pure si occupano dello stessop tema? Dall’alpinismo, allo sport, alla cultura, al teatro, all’economia, si vede ancora prevalentemente la presenza attiva di associazioni organizzate su basi mono-etniche e mono-linguistiche. Questa è la situazione dopo 70 anni di compresenza in democrazia dei diversi gruppi etnico-linguistici in provincia di Bolzano. Certo i precedenti 30 anni di dittature (dal 1918 al 1945) non hanno gettato le basi positive per la convivenza delle diverse culture..
In effetti il panorama attuale delle associazioni e di altre spontanee forme di aggregazione in provincia di Bolzano è estremamente diversificato: associazioni interetniche e “bilingui”, associazioni deliberatamente monoetniche e mono linguistiche, associazioni più “cosmopolite”, e tante altre forme. Read More
Non c’é emergenza che divida la società quanto il Covid. Gli effetti negativi, sociali ed economici di questa pandemia, rischiano di essere gravi quanto quelli sanitari. Nella prima fase di questa pandemia sono venute a galla tutte le prevenzioni di carattere nazionale ed anche territoriale con diffusione di pregiudizi etnici legati ai luoghi origine dei focolai. Alla pandemia si pensava di reagire sventolando ognuno le proprie bandiere e con la chiusura dei confini, per poi alla lunga rendersi conto conto che il Covid scavalca i confini anche senza il passaporto. Purtroppo questo non è bastato a far superare le prevenzioni reciproche tra Paesi e tra regioni. Read More
Le parole hanno significati diversi a seconda di chi le usa, tanto più in un luogo dove coesistono più culture e più lingue. E’ quello che sta succedendo in questi giorni nel dialogo tra i partiti politici bolzanini alle prese con la formazione della nuova Giunta Comunale. La parola in questo caso è “contadino”. Essa torna molto spesso in una discussione che riguarda (legittimamente) la distribuzione dei poteri all’interno della futura Giunta. Ciò che pesa però
sulla comunicazione tra gli interlocutori è anche il diverso significato che la parola “contadino” ha nella cultura italiana e in quella tedesca e sudtirolese in particolare. Read More