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E’ stato giusto, oltre 50 anni fa, abolire le cosiddette “gabbie salariali”. A quel tempo, a livello centrale, da Roma, venivano stabilite retribuzioni differenziate per ogni provincia. Nessuna autonomia per i territori, ma solo una classifica arbitraria del diverso valore del lavoro, in genere con divario tra Nord e Sud. Le gabbie sono scomparse, ma purtroppo ne è rimasto ancora intatto il tabù. I contratti di lavoro sono nazionali, di categoria, di grandi gruppi economici, ma mai di carattere territoriale: non si possono differenziare retribuzioni-base e tantomeno normative del lavoro in funzione dei diversi mercati del lavoro territoriali. Al massimo si procede ad integrazioni, piuttosto marginali, al contratto nazionale di lavoro, valido da Capo Passero alla Vetta d’Italia. Read More
Non ho mai visto tante bandiere della Palestina come dopo la vittoria del Marocco sul Portogallo: i giovani tifosi marocchini hanno manifestato in tutto il mondo il loro entusiasmo sventolando la loro bandiera nazionale, ma hanno voluto con l’occasione associarvi anche il sentimento di vicinanza alla causa palestinese. Credo che le bandiere della Palestina sapessero di naftalina, dato che da molto tempo non venivano dispiegate in manifestazioni internazionali, tantomeno davanti ad un pubblico europeo. Ma tant’è, l’orgoglio per la propria squadra di calcio ha stimolato anche tanti altri diversi profondi sentimenti, da quello identitario nazionale, a quello continentale (il riscatto dell’Africa), a quello religioso (Inshallah-se Hallah vuole), a quello storico-politico (le Colonie che battono i Paesi Coloniali), a quello della solidarietà col popolo palestinese. Read More
In una provincia con tre lingue locali – Italiano, Tedesco e Ladino – l’impegno per la comunicazione e per la comprensione reciproca tra concittadini è grande. Qualcuno dice, “non basta una vita” per impararle. Ed è vero, veramente pochi ci riescono, molti si impegnano, altri rinunciano in partenza. Si dice che da giovani sia tutto più facile, ma la sfida del bilinguismo (o del trilinguismo) riguarda anche le successive generazioni, gli adulti e le persone che si trasferiscono in Alto Adige da altre province. Il percorso, oltre che lungo, è in forte salita e ancor più impervio per l’uso diffuso del dialetto sudtirolese locale, alquanto differente dal tedesco standard che si impara sui libri e nelle scuole. Read More
Quella di Bolzano, viene definita spesso una provincia di confine. Ma non è vero. Intendiamoci: dal punto di vista dei confini dello Stato Italiano, lo siamo, ma considerando invece la nostra vita reale siamo tutt’altro che di confine. Siamo una provincia ai margini fisici dell’Italia, ma siamo anche collocati in un’area vasta e culturalmente diversificata, nel cuore dell’Europa. Le contingenze politiche degli ultimi decenni sono state alquanto favorevoli allo sviluppo di questa seconda dimensione della nostra provincia: l’ampliamento dell’Unione Europea con l’adesione dell’Austria, l’accordo di Schengen, l’Euro, la costituzione della Regione Europea Euregio, l’istituzione della Università trilingue, l’abolizione di diverse barriere alla libera circolazione di merci, imprese e persone oltre naturalmente al perfezionamento dello status autonomistico per la provincia di Bolzano. Read More
Il posto è speciale, si vive insieme, ma ognun per sé. E’ l’Alto Adige/Südtirol. Si sta uno accanto all’altro, ma non ci si conosce fino in fondo. Soprattutto non si condividono i sentimenti. Ognuno ne prova di diversi di fronte alla storia ed alla attualità della vita in provincia. Si sopravvive lo stesso, anzi ci si abitua e la si considera una condizione normale e definitiva. In effetti, le scuse e le giustificazioni per una convivenza congelata sono tante e fanno capo innanzitutto alla diversa composizione sociale dei gruppi etnici: Sudtirolesi insediati storicamente nelle aree rurali, nell’agricoltura, nel turismo, nell’artigianato e nei servizi e che guardano perlopiù a nord, al mondo tedesco oltre il confine del Brennero. Read More