Alberto Stenico

GO!2025, Gorizia-Nova Gorica, Capitale Europea della Cultura: perché non andare a scoprirla? Una sana curiosità, ancor più per chi parte da un territorio altrettanto plurale come l’Alto Adige/Südtirol. Il confine Nord-Est dell’Italia, in questo caso quello che va da Trieste a Gorizia, è un territorio tanto citato, quanto superficialmente conosciuto. Ai riferimenti storici dei programmi delle scuole italiane, si sovrappongono ora le promozioni turistiche per il meraviglioso mare e per il suo entroterra, ma della storia di questo confine se ne sa poco. Tantomeno se ne sa delle differenti storie vissute in quei luoghi, patrimonio delle persone e delle famiglie che vi abitano. Proprio con loro, con i loro racconti e percezioni si è snodato il viaggio del nostro gruppo “misto” per madrelingua, tedesca, italiana e ladina, e per differenti tradizioni culturali. L’impatto delle visite e degli incontri è stato forte: ci si è resi conto di quanto poco si conosca questa realtà così complessa e e di quante diversità siano presenti fianco a fianco sul confine Nordest. Si rimane colpiti dai racconti delle persone con la loro intensa partecipazione alle vicende del territorio e dalla passione sincera con la la quale lo vivono. Spesso ci parlano delle ferite che la storia ha inferto loro e che rimangono difficili da rimarginare. Ci ha colpito, tra gli altri, il fenomeno dello spaesamento psicologico di molti singoli alle prese coi nuovi confini, così come di una certa diffidenza ereditaria verso gli appartenenti allo Stato nemico di un tempo. Le diverse nostalgie e la difficoltà a rielaborarle. Ci hanno colpito i luoghi simbolo delle atrocità delle politiche del ‘900: la Sinagoga ed il ghetto di una città (Gorizia) dove gli ebrei non ci sono più, il Narodni Dom, casa della cultura slovena a Trieste incendiata nel 1920, le testimonianze delle sofferenze dell’esodo di massa dall’Istria e dalla Dalmazia. Case, piazze, cimiteri, campagne tagliate inesorabilmente dai confini decisi dalle guerre, luoghi e persone, ricordi dell’infanzia, intrecci famigliari transnazionali, odonomastiche sovrapposte, cognomi che cambiano in funzione della stagione storica, i luoghi cosmopoliti mutilati dal nazionalismo. L’utilizzo ambivalente (per noi) di termini Patrioti, Traditori, Martiri, Partigiani, Vittime, Aggressori, Fascisti, Comunisti. La Storia come caleidoscopio in movimento a pendolo che ha raggiunto però l’importante traguardo del processo di unificazione europea. L’adesione alla UE della Slovenia indipendente, il Trattato di Schengen, l’Euro, ed ora la scelta di Nova Gorica (in Slovenia) e di Gorizia (in Italia) come Capitale (congiunta) della Cultura Europea sono segni di speranza per il futuro di convivenza sul confine Nordest. E’ presto per dire se la Storia di quei territori sia definitivamente a lieto fine – un secolo sembra niente da quelle parti – ,ma ci sono tante microstorie personali e famigliari che ci incoraggiano e crederlo. Il contadino con la casa in Italia e la adiacente campagna in Slovenia continua a lavorare producendo ottimo vino, i bambini continuano ad incontrarsi nelle “scuolette” delle aree minoritarie, la pista ciclabile sul confine amata e frequentata da viaggiatori in esplorazione di questo meraviglioso territorio. Dai, ché questa volta, la Convivenza può vincere!

Alberto Stenico, gruppo Manifest/2019 (www.manifesto2019.wordpress.com)
viaggio organizzato in collaborazione con l’associazione Viaggiare i Balcani (www.viaggiareibalcani.it)

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Un’Autonomia sempre più contendibile

Monday , 17, February 2025 Comments Off on Un’Autonomia sempre più contendibile

Per il nostro territorio, l’Autonomia è considerata come un aspetto stabile e definitivo del “paesaggio”. Dire Alto Adige, dire Südtirol vuol dire quasi automaticamente dire Autonomia. Così almeno la si pensa come abitanti della provincia, ma ormai anche sempre di più anche come cittadini italiani ed europei. Là, in provincia di Bolzano, ci sono regole speciali e diverse, si pensa. In effetti è proprio così e anche grazie a ciò, la società locale ha potuto presidiare le proprie strutture amministrative ed economiche. Si potrebbe dire “Padroni di casa nostra”, dopo le tormentate vicende storiche del passato quando il territorio era stato privato del diritto ad auto-governarsi. Read More

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I primi 50 anni di Autonomia Sociale

Saturday , 23, November 2024 Comments Off on I primi 50 anni di Autonomia Sociale

L’anno della grande svolta è stato il 1972, quando è entrato in vigore il nuovo Statuto di Autonomia. Fino ad allora, le scelte riguardanti le politiche sociali per il nostro territorio, erano di competenza dello Stato o della Regione. Dal 1972 toccava alla provincia Autonoma di Bolzano organizzare i servizi sociali per i propri abitanti. Lo Statuto le assegnava infatti la competenza primaria per l’”assistenza e la beneficenza pubblica” e per l’”edilizia comunque sovvenzionata,, e inoltre la competenza secondaria per l’”igiene e sanità”, e non solo. Iniziava così una nuova era, l’inizio nella costruzione di un percorso che puntava ad aumentare la sicurezza sociale dei cittadini. A lavorare con impegno ed entusiasmo in questo cantiere, c’erano le forze sociali e politiche autonomistiche, così come una nuova generazione di funzionari pubblici preparati e motivati.

In un tempo sorprendentemente breve ed in un clima di concreta collaborazione tra Stato, Regione e Provincia, sono state approvate norme fondamentali quali primi passi del nostro sistema provinciale di prestazioni sociali. Già nel 1973, norme per l’assistenza di base, a favore delle persone disabili, misure per gli anziani, norme sui contributi.

Nel 1974, asili nido, assistenza ai bambini, figli naturali, nel 1975, ancora assistenza di base, la creazione di fondi specifici, invalidi civili, la cooperazione, igiene e salute, fondo pensione, minori soggetti a procedimenti giudiziari, e via, via a ritmo serrato.

Una vera e propria “primavera” dell’Autonomia nel settore sociale, proseguita poi negli anni successivi con una copiosa legislazione e con robusti finanziamenti dal proprio bilancio. Era finalmente possibile reagire a specifici problemi della popolazione altoatesina, facendo riferimento al contesto socio-economico ed etnico locale, definendo priorità e modalità, ancorché nei limiti stabiliti nello Statuto.

In questi nuovi grandi spazi aperti dal 1972 in poi, si è esercitata la creatività e l’innovazione necessaria per stare al passo coi tempi e con le trasformazioni della società. Per fare questo, la Provincia ha potuto guardare sia a Nord che a Sud del Brennero, scegliendo gli esempi migliori nel campo della legislazione sociale.

Dall’Italia il tema della Psichiatria, la Riforma Sanitaria, l’Integrazione delle persone con disabilità,

dalla Germania il Minimo Vitale (Grundsicherung),

dalla Germania e dall’Austria, la Famiglia, le prestazioni per la Famiglia, l’anticipo dell’assegno di mantenimento (Unterhaltsvorschuss),

dalla Germania, Austria, Lussemburgo le prestazioni per la non autosufficienza (Pflegesicherung).

Con l’Autonomia si sono potute anticipare scelte specifiche ed innovative come, per esempio, quella della Previdenza Complementare (Pensplan), della Cooperazione Sociale (legge regionale del 1988), dell’assistenza all’infanzia anche tramite le Tagesmütter.

Si è trattato di un raccordo continuo tra competenze a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo, ma con la massima attenzione alle caratteristiche specifiche del nostro territorio.

A favorire lo sviluppo in questi primi 50 dell’Autonomia Sociale, ha contribuito certamente la convivenza pacifica tra i diversi gruppi etnici, conseguente all’approvazione dello Statuto nel 1972. Non si sono verificate tensioni neppure nella ripartizione proporzionale dei mezzi a disposizione per il settore sociale, se non forse per l’edilizia sovvenzionata.

Il fatto ulteriormente decisivo per la gestione comune interetnica delle politiche sociali è stata la qualità degli assessori che si sono succeduti nell’incarico: primo fra tutti, protagonista della “primavera” dell’Autonomia Sociale, è stato l’avv. Armando Bertorelle.

Le nuove emergenze sociali impongono ora di attuare nuove politiche all’altezza dei tempi: con lo spirito dei precursori e con la ferma volontà di rafforzare con coerenza e determinazione la nostra Autonomia Sociale che saputo dare risultati così importanti per tutta la popolazione.

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La Convivenza ed il vicolo cieco della demagogia

Monday , 28, October 2024 Comments Off on La Convivenza ed il vicolo cieco della demagogia

“La Convivenza, la Convivenza!”. Con questa parola si richiama nel nostro territorio un sentimento diffuso, un auspicio sincero di gran parte della popolazione. Quello della pacifica convivenza tra i diversi gruppi è il sentimento nobile, sul quale si ritiene si dovrebbe basare la vita sociale del nostro territorio. E’ questo peraltro il richiamo più frequente e più diffuso nella comunicazione pubblica. Viva la Convivenza si ripete a gran voce e chi non lo condivide? E chi dovrebbe esserne esplicitamente contrario? E’ pur vero che il termine si presta a diverse interpretazioni, ma nessuno ne nega esplicitamente il valore generale, ancorché in astratto. Il fatto è che la parola è talmente diffusa e frequente da apparire ormai alquanto usurata. A mezzo secolo dallo scoppio dell’ultima bomba e dall’ultimo attentato dinamitardo, pochi ricordano e nessuno evoca il ritorno a quei metodi che appaiono ormai fuori della storia, sepolti sotto una spessa coltre di nuove condizioni sociali ed economiche. Siamo entrati in un’epoca nella quale la Convivenza pacifica è data per scontata. Con una percezione diffusa, ma nello stesso tempo superficiale, raramente frutto di analisi critiche approfondite e di azioni e comportamenti conseguenti e coerenti con i contenuti che la parola stessa evoca. Read More

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Tra Pubblico e Privato

Monday , 15, July 2024 Comments Off on Tra Pubblico e Privato

Qualcosa non funziona nel rapporto tra Pubblico e Privato nella nostra città. L’ultimo caso è quello del nuovo albergo per studenti e lavoratori, realizzato in breve tempo da privati a Bolzano. Nel frattempo prosegue il lungo iter per l’avvio di progetti di analoghe strutture, sotto l’egida di Comune e Provincia. Anche nel passato si sono verificate diverse situazioni dove il “Privato” – for profit o non profit – ha reagito per tempo alle domande espresse dalla società ed ha realizzato opere importanti. Gli esempi non mancano né nel settore assistenziale e sanitario, né in quello urbanistico/abitativo, né in quello produttivo. Una volta autorizzati, i progetti dei Privati – Imprese, Cooperative, Associazioni, Fondazioni – procedono concretamente e raggiungono quasi sempre rapidamente l’obiettivo posto. Read More

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