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La toponomastica in provincia di Bolzano è il frutto del consenso della popolazione locale. Ogni soluzione imposta dall’esterno o dall’alto non ha futuro: le persone chiameranno i luoghi come esse stesse li percepiscono. Ed é giusto cosí. Lo hanno dimostrato i sudtirolesi che non hanno mai rinunciato alla loro “lingua dell’identità” nemmeno dopo il decreto del 1924, firmato Benito Mussolini, che aboliva i toponimi originari, imponendo circa 10.000 nuovi toponimi italiani. La toponomastica non puó essere altro che l’espressione della cultura locale. Questa è la sfida alta che abbiamo davanti come comunità locale: definire la toponomastica con una larga intesa delle popolazioni locali e quindi definire anche la nostra identità territoriale. Non solo nomi, quindi, ma anche identità futura. Una sfida che non si vince a Roma, a Bruxelles o nei Tribunali, ma a Bolzano con un accordo che coinvolga i diversi gruppi linguistici. Ripartiamo da noi, con le nostre diverse culture, ma con la volontà di costruire insieme il nostro futuro. Cosí la toponomastica, anziché un problema, puó diventare un tema per il nostro domani.
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