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Aumenta la povertà anche in provincia di Bolzano e si fa strada l’dea di un reddito minimo “di cittadinanza”, garantito a tutti. Alcuni partiti ne propongono l’introduzione : l’idea é generosa, ma tutta da approfondire sia per la sua difficile sostenibilità economica, sia per i rischi di eccesso di assistenzialismo.
Molto piú concreta e giustificata è invece la proposta di reddito minimo “di inserimento”, riservato ai disoccupati che accettino di partecipare ad un percorso di riqualificazione reinserimento al lavoro. Non solo quindi la cassa integrazione o la disoccupazione, cifre modeste pagate per sopravvivere (male!), ma un salario pressoché normale pagato ai disoccupati “volonterosi” che si assumono doveri e diritti superiori agli altri. Un reddito al 95% di quello normale contro l’impegno a seguire un coach, col quale compiere il percorso verso il nuovo lavoro, anche diverso dal precedente. Una indennità che attiva le persone invece che un reddito minimo garantito senza condizione ed in definitiva umiliante per chi lo riceve. investire per il lavoro, anziché pagare per il “non lavoro”.
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