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Se ce la fa lui, ce la possiamo fare anche noi! Ad imparare le lingue. Lui é un giovane immigrato che mi serve ad un banchetto di frutta. Il cliente precedente ha ordinato parecchie cose; hanno parlato in tedesco a lungo. Tocca a me, lui interloquisce in un italiano fluente e anche con qualche battuta da insider. Chiedo da dove viene lui, Abdel: viene dal Pakistan, un Paese col 45% di analfabetismo, dove solo il 2% dei giovani arrivano alle scuole superiori. Faccio due conti tra me e me. Lingua madre, l’Urdu, con alfabeto e scrittura propria, dialetto della sua regione, l’inglese lingua di comunicazione sociale, l’italiano ed il tedesco. In modo non perfetto, certo, ma sufficiente per affrontare mobilità, lavoro e (auguro a lui) una buona vita sociale e culturale.
Rispetto al ritardo dell’Italia nella conoscenza delle lingue straniere ed al “tormentone” altoatesino pluridecennale sul bilinguismo, un segno di ottimismo: se ce l’ha fatta Abdel, ce la possiamo fare anche noi. We can!
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