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Male o bene, purchè se ne parli. Invece il tema della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori in azienda è condannato all’indifferenza. In Italia, ma anche nel (sedicente) mitteleuropeo Südtirol.
Eppure la situazione economica è così grave da suggerire a tutti di unire le forze e sperimentare nuove forme di relazioni padrone/lavoratore, Confindustria/Sindacati, vertice aziendale/base lavoratrice, capitale/lavoro. È peraltro dimostrato che le imprese partecipate dai dipendenti hanno più possibilita di successo nel mercato: spirito imprenditoriale moltiplicato e diffuso in azienda. Le leggi ed anche gli incentivi non mancano, a partire dalla nostra Costituzione, art.46 (“la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende”), e non ultimo anche il jobs act. Il tema della partecipazione, pure cosí importante e chiave di volta per uscire tutti insieme dalla crisi, ha il “difetto” di sparigliare i ruoli dei rappresentanti del mondo dell’economia, del lavoro e della politica. Per questo motivo, esso ha subìto finora la peggior condanna: quella dell’indifferenza. Ma non può essere una condanna definitiva: la democrazia economica dovrà tornare tema di confronto (o di scontro) perchè è un passaggio obbligato del nostro sviluppo. Male o bene, ma bisognerà tornare a parlarne. Ed a sperimentare concretamente.
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