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Se esistesse il barometro della capacità di collaborazione tra i gruppi etnici in provincia di Bolzano, il 2017 avrebbe registrato alcune inaspettate brusche cadute di pressione. Su temi che rendono concreta la convivenza e partecipata l’Autonomia, non si è raggiunto nessun accordo interetnico e si è deciso di rinviarli sine die. Che non vuol dire risolverli, ma al contrario acutizzarli.
I più significativi appaiono quello della toponomastica, quello del terzo Statuto e quello della possibilità dell’insegnamento bilingue nella scuola.
Ad una intesa sulla regolamentazione della toponomastica, ci si era finalmente arrivati dopo decenni di discussioni, ma all’ultimo momento il compromesso è saltato; la mina rimane innestata e vagante, pronta a riesplodere. Chissà se e quando si presnterà un momento “magico” come nel 2017.
La Convenzione per il Terzo Statuto, con la partecipazione di associazioni e di singoli cittadini oltre che di politici, aveva creato molte aspettative. I tempi sembravano maturi per proposte concrete a favore del l’autogoverno locale e della convivenza. Nei fatti, sono tornate a galla contraddizioni che sono rimaste irrisolte. Non c’è stato accordo generale tra le componenti etniche della Convenzione e…la montagna ha partorito il topolino. Con tanti saluti al Terzo Statuto.
Con le Camere sciolte oggi, decade anche l’importante proposta del Senatore Francesco Palermo, che prevedeva la possibilità, su richiesta dei genitori, di formare classi con insegnamento bilingue, fermo restando il diritto generale all’insegnamento nella propria madrelingua. Un disegno di legge che è rimasto tale senza poter sortire effetti concreti.
Il film del 2017 sarebbe potuto essere un altro, più ricco di stimoli per il futuro, per l’Autonomia partecipata e dinamica.
Se così non è stato, è dipeso da noi altoatesini e sudtirolesi. Selber Schuld.
(www.albertostenico.it)
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