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Il patrimonio ereditario è stato accumulato e con fatica nel corso del tempo: si è cominciato quel 5 settembre del 1946 con la stretta di mano tra Degasperi e Gruber, che suggellava una intesa tra Italia ed Austria sul futuro della provincia di Bolzano. Sulle macerie della seconda guerra mondiale, nasceva un nuovo modo di affrontare una controversia tra due Stati, quello della mediazione. Tra un’Austria che aspirava alla riunificazione del Tirolo storico e un’Italia che difendeva il confine del Brennero, si concordò sulla prospettiva di una forte autonomia della provincia di Bolzano, all’interno dei confini nazionali italiani. Quanto la bilancia del compromesso pendesse più da una parte rispetto all’altra, è valutazione tutt’ora opinabile, ma una cosa è certa: il risultato di quella stretta di mano del 5 settembre 1946 è un’Autonomia altoatesina che garantisce sul suo territorio pacifica convivenza. Essa ha raggiunto nei decenni una sua “faticosa esemplarietà”.
La domanda, oggi 5 settembre 2021, riguarda la effettiva idoneità dell’Autonomia a rappresentare un riferimento alle nuove generazioni ed ai nuovi nostri concittadini immigrati. C’è chi sostiene – e lo spera – che saranno proprio loro a far saltare regole e vincoli propri dell’accordo autonomistico. Intanto, però, prendiamo atto con soddisfazione del crescente apprezzamento anche da parte dei giovani, della la possibilità di decidere localmente aspetti importanti della vita sociale. Molti di loro non rinunciano a pensare localmente e ad agire globalmente. D’altro canto, gli immigrati ammirano il nostro sistema amministrativo e vi aderiscono senza remore.
I padri fondatori della nostra Autonomia ci hanno lasciato una grande eredità che è sempre attuale e che continua a passare di mano in mano.
Viva il 5 settembre Giornata dell’Autonomia!
(www.albertostenico.it)
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