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In una provincia con tre lingue locali – Italiano, Tedesco e Ladino – l’impegno per la comunicazione e per la comprensione reciproca tra concittadini è grande. Qualcuno dice, “non basta una vita” per impararle. Ed è vero, veramente pochi ci riescono, molti si impegnano, altri rinunciano in partenza. Si dice che da giovani sia tutto più facile, ma la sfida del bilinguismo (o del trilinguismo) riguarda anche le successive generazioni, gli adulti e le persone che si trasferiscono in Alto Adige da altre province. Il percorso, oltre che lungo, è in forte salita e ancor più impervio per l’uso diffuso del dialetto sudtirolese locale, alquanto differente dal tedesco standard che si impara sui libri e nelle scuole.
La fatica è tanta, i risultati sono inferiori alle attese e il clima di convivenza e di incontro interetnico non vivono una congiuntura particolarmente favorevole. Anzi, passioni, poche. Tedesco, Italiano, uffa!
E’ il momento giusto per l’Inglese come via d’uscita da questa situazione considerata da molti asfittica. L’Inglese, la lingua internazionale per eccellenza, la lingua degli affari, della cultura, la lingua “in” in società. Con l’Inglese apriamo i nostri orizzonti a livello globale: ecco pronto il bypass al nodo del bilinguismo/trilinguismo locale. Molti giovani altoatesini e sudtirolesi hanno già adottato l’Inglese, in sostituzione della seconda lingua locale, liberandosi dall’impegno di impararla. “Cosa mi serve l’Italiano, tanto con l’Inglese potrò comunicare ovunque nel mondo”, “Il Tedesco è difficile e comunque conoscendo l’Inglese puoi comunicare con chiunque ti interessi”.
La lingua del vicino perde appeal, la lingua globale è molto più interessante, più utile, più “sexy”.
L’Inglese non viene aggiunto alle lingue locali, ma ne sostituisce una, quella del vicino, italiano, tedesco o ladino che sia.
Brutto segno per la convivenza in provincia di Bolzano, ma siamo in condizione di correggere la rotta. Se lo vogliamo.
(www.albertostenico.it)
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