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Scheda color bianco-opzione per l’Italia o scheda color arancio-opzione per la Germania, schede da consegnare aperte e firmate al Comune di appartenenza entro il 31.12.1939. E’ l’Opzione prospettata a ciascun sudtirolese di lingua tedesca o ladina, resa obbligatoria con accordo tra il Governo italiano e quello tedesco del 23 giugno 1939.
L’Opzione per l’Italia significava poter rimanere in Alto Adige, ma anche rinunciare definitivamente alla propria lingua, cultura e tradizioni. Con la scheda per la Germania, i cittadini optanti venivano considerati appartenenti al popolo tedesco e quindi dovevano abbandonare le loro case, l’Alto Adige (Italia) ed essere trasferiti in Germania.
Le Opzioni coinvolsero 267.238 sudtirolesi e rappresentarono una “soluzione finale” della questione sudtirolese: a sud del confine del Brennero italiani e solo italiani, a nord del confine i tedeschi.
L’idea di questa tragica pulizia etnica era partita da lontano: già nel 1914 si teorizzava il “diritto italiano di sfrattare e ricacciare oltre il Brennero gl’inquinamenti germanici, ormai quasi esclusivamente sopraffacenti nella regione dell’Alto Adige”, scrivevano Ettore Tolomei e Adriano Colocci (esperto della Dante Alighieri) sulla rivista “Per i Confini della Patria”.
Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri Italiano,dichiara invece in modo più pragmatico “se non si possono spostare le montagne, si spostino le persone”.
Poco meno del 90% degli aventi diritto al voto optarono per la Germania e nei mesi successivi oltre 70.000 sudtirolesi furono trasferiti in Germania, poi lo scoppio della guerra fermò l’esodo. Nel frattempo ai insediarono in Alto Adige oltre 40.000 nuovi cittadini provenienti da altre regioni italiane.
Le opzioni rappresentano la più brutale tappa della storia altoatesina. Indimenticata in ogni famiglia sudtirolese e che ha prodotto effetti permanenti nelle percezioni proprie della comunità di lingua tedesca e ladina.
La paura di scomparire come gruppo etnico.
Indispensabile saperlo, se si vuole comprendere la complessa realtà dell’Alto Adige/Südtirol e costruirne insieme il futuro.
Se.
(www.albertostenico.it)
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