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Mai come in queste ultime settimane si sente parlare, bene, dell’Autonomia Altoatesina. Sia in campo nazionale, che a livello locale, l’opinione pubblica ha rivalutato il modo col quale Italia ed Austria hanno saputo risolvere la controversia per l’Alto Adige/Südtirol. A fronte della tragedia della guerra in Ucraina, i sentimenti di ognuno di noi si concentrano sull’essenziale: il valore della pace, della democrazia, della convivenza pacifica tra popoli e, perché no, della sicurezza nell’approvvigionamento dei beni essenziali. In questi tempi di insicurezza e di paura, sono i “fondamentali” a tornare al centro dei pensieri di molti di noi.
E così si rivaluta la pacifica convivenza sullo stesso territorio di persone e gruppi di diversa lingua e cultura. Si rivaluta il metodo della trattativa e della mediazione. Si riscopre il valore di una classe politica che ha saputo creare le basi per la pacifica convivenza in provincia di Bolzano. Ci sono certo difetti anche nella nostra Autonomia speciale, ma il confronto con le conseguenze dei conflitti etnici in altre regioni d’Europa e del mondo, ci fa riposizionare i nostri problemi locali nel loro giusto ordine di gravità. Un’Autonomia, ancorché imperfetta, non ha alternative e lo abbiamo capito ancora meglio in queste settimane. E’ stato un percorso lungo e faticoso, ma non siamo arrivati. E’ vero, a noi qui in Alto Adige/Südtirol è andata bene e, diciamocelo, poteva anche andare molto peggio. Non possiamo, però, semplicemente consolarci ed accontentarci. La coesistenza e la convivenza tra diverse culture non si realizza una volta per sempre, ma va coltivata, altrimenti appassisce rapidamente. Dobbiamo saper rinnovare i nostri atteggiamenti ed il nostro modo di stare insieme tra italiani, tedeschi, ladini e nuovi concittadini.
Abbiamo una grande responsabilità in questo panorama di conflitti e di guerre: diventare sempre più un buon esempio di convivenza plurietnica, ma anche far nascere una nuova “spinta propulsiva” al di fuori del nostro territorio.
La nostra Autonomia è importante e non solo per noi.
Ci tocca uscire dalla nostra comoda “comfort zone” ed impegnarci.
(www.albertostenico.it)
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