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Abbiamo definitivamente tra noi il tema del pluralismo religioso. Ce lo hanno ricordato diversi episodi delle ultime settimane, differenti tra loro, ma espressioni di nuovi e profondi processi di cambiamenti sociali. All’insegnamento della Religione Cattolica nelle nostre scuole, partecipano sempre meno studenti e il 14,6% del totale di loro ha chiesto espressamente l’esonero. Nelle nostre scuole aumenta contemporaneamente il numero di giovani di differenti nazionalità con famiglie che praticano Religioni diverse da quella Cattolica. Tendenza in aumento.
Si è avviata anche la discussione attorno al prospettiva della costruzione di una Moschea a Bolzano, come riferimento per la comunità Islamica locale che, si stima, essere composta da circa 5.000 persone presenti in provincia. A rendere evidente un ulteriore elemento di pluralità religiosa, ce lo ha proposto la tragedia del naufragio di Cutro con la morte di decine di migranti. Numerose famiglie delle vittime hanno chiesto di seppellire i loro cari in Italia, ma all’interno di aree cimiteriali riservate ai musulmani. E tanti altri sono gli ulteriori segnali di diversificazione religiosa all’interno delle nostre comunità tradizionalmente cattoliche; dai menù della ristorazione collettiva scolastica ed aziendale, alla cadenza nel calendario delle Festività religiose, ai diversi abbigliamenti tradizionali. Cresce anche la sorpresa e forse anche l’ammirazione da parte dei “locali” per l’intensità con la quale le nuove comunità praticano la loro religione. Alla porta di una società, la nostra, sempre più laica e secolarizzata, ma nel contempo fondamentalmente e tradizionalmente cattolica, bussano le nuove religioni. Dovremo sempre più abituarci ad usare il plurale e non solo il singolare, quando trattiamo questo tema. E non sarà facile: l’intensità ed i tempi accelerati delle migrazioni di nuovi concittadini incontrano una società, la nostra e in particolare quella locale, profondamente legata nella sua storia alla Chiesa Cattolica.
La presenza di una molteplicità di religioni è una sfida nuova per la nostra collettività. Girarsi dall’altra non serve. E la pigrizia culturale, questa sì, è un peccato grave.
(www.albertostenico.it)
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