Alberto Stenico

Le parole contano per il clima sociale di una comunità. Per capirsi meglio o, al contrario, per perpetuare stereotipi. Ne sappiamo qualcosa nella provincia plurietnica di Bolzano. Anche qui, come in tutto il mondo, il linguaggio è un fattore vivo che si modifica nel tempo, incamerando espressioni nuove. Il problema è che tali espressioni, a volte frutto dell’intuizione intelligente di qualche comunicatore, a volte conseguenze di sciatteria comunicativa, rimangono in uso e rendono più difficile la reciproca comprensione e una migliore convivenza. Read More

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Molti lamentano che siano le lobby a determinare le decisioni politiche in provincia di Bolzano. Essi intendono le lobby degli albergatori, degli industriali, degli artigiani, dei commercianti le quali sono ben organizzate e riescono spesso ad eleggere i loro rappresentanti nel Consiglio e nella Giunta provinciale. Ancor più criticata è la lobby dei contadini – il Bauernbund – che, con la sua compattezza, peserebbe eccessivamente sulle scelte della Politica. Se, come pare verosimile, si va sempre più verso una democrazia delle lobby, allora diventa ancora più evidente lo squilibrio verso una parte importante della società come quella del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. La rappresentanza degli interessi dei lavoratori conta poco nel panorama della vita sociale ed economica provinciale. Il motivo principale di questa minore rilevanza è il frazionamento. Read More

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Fuori dalla gabbia si sta meglio. C’è più libertà e anche più possibilità di autogestione, più assunzione di responsabilità. Per gabbia intendo quella del centralismo dello Stato che sovrasta le possibilità di autogoverno dei territori anche in materie dove gli stessi potrebbero e dovrebbero intervenire direttamente. Il centralismo induce una sorta di rassegnazione e passività: su questa materia decide Roma e solo Roma. Per fortuna non è solo e sempre così ed inoltre la nostra Costituzione prevede il principio di sussidiarietà e cioè che lo Stato debba intervenire solo là dove gli altri Enti di livello inferiore non siano in grado di intervenire.
Oggi, per esempio, si è festeggiato il 25° dalla istituzione dell’Ente territoriale per la Previdenza complementare, il Pensplan. Read More

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E’ stato giusto, oltre 50 anni fa, abolire le cosiddette “gabbie salariali”. A quel tempo, a livello centrale, da Roma, venivano stabilite retribuzioni differenziate per ogni provincia. Nessuna autonomia per i territori, ma solo una classifica arbitraria del diverso valore del lavoro, in genere con divario tra Nord e Sud. Le gabbie sono scomparse, ma purtroppo ne è rimasto ancora intatto il tabù. I contratti di lavoro sono nazionali, di categoria, di grandi gruppi economici, ma mai di carattere territoriale: non si possono differenziare retribuzioni-base e tantomeno normative del lavoro in funzione dei diversi mercati del lavoro territoriali. Al massimo si procede ad integrazioni, piuttosto marginali, al contratto nazionale di lavoro, valido da Capo Passero alla Vetta d’Italia. Read More

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Non ho mai visto tante bandiere della Palestina come dopo la vittoria del Marocco sul Portogallo: i giovani tifosi marocchini hanno manifestato in tutto il mondo il loro entusiasmo sventolando la loro bandiera nazionale, ma hanno voluto con l’occasione associarvi anche il sentimento di vicinanza alla causa palestinese. Credo che le bandiere della Palestina sapessero di naftalina, dato che da molto tempo non venivano dispiegate in manifestazioni internazionali, tantomeno davanti ad un pubblico europeo. Ma tant’è, l’orgoglio per la propria squadra di calcio ha stimolato anche tanti altri diversi profondi sentimenti, da quello identitario nazionale, a quello continentale (il riscatto dell’Africa), a quello religioso (Inshallah-se Hallah vuole), a quello storico-politico (le Colonie che battono i Paesi Coloniali), a quello della solidarietà col popolo palestinese. Read More

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