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“Non si trova personale”, è quanto ci dicono le imprese della provincia di Bolzano, alle quali si sono aggiunti anche gli Enti Pubblici ed il settore sociale. La collettività intera fa i conti con l’insufficienza dei flussi di nuovi collaboratori in entrata nel mondo del lavoro locale. Il problema si è fatto così acuto da sconvolgere molti tradizionali schemi dell’economia e della politica locali. Pensiamo, ad esempio, al tema dell’immigrazione, considerata ormai generalmente un fatto necessario, altrimenti “chi ci fa i nostri lavori”. Nella particolare situazione etnica e linguistica della provincia di Bolzano, si stanno intaccando inoltre importanti principi statutari come la proporzionale e l’obbligo del bilinguismo, pur di avere i necessari collaboratori nel Pubblico Impiego, in primis nella sanità. Read More
Abbiamo definitivamente tra noi il tema del pluralismo religioso. Ce lo hanno ricordato diversi episodi delle ultime settimane, differenti tra loro, ma espressioni di nuovi e profondi processi di cambiamenti sociali. All’insegnamento della Religione Cattolica nelle nostre scuole, partecipano sempre meno studenti e il 14,6% del totale di loro ha chiesto espressamente l’esonero. Nelle nostre scuole aumenta contemporaneamente il numero di giovani di differenti nazionalità con famiglie che praticano Religioni diverse da quella Cattolica. Tendenza in aumento. Read More
Le parole contano per il clima sociale di una comunità. Per capirsi meglio o, al contrario, per perpetuare stereotipi. Ne sappiamo qualcosa nella provincia plurietnica di Bolzano. Anche qui, come in tutto il mondo, il linguaggio è un fattore vivo che si modifica nel tempo, incamerando espressioni nuove. Il problema è che tali espressioni, a volte frutto dell’intuizione intelligente di qualche comunicatore, a volte conseguenze di sciatteria comunicativa, rimangono in uso e rendono più difficile la reciproca comprensione e una migliore convivenza. Read More
Molti lamentano che siano le lobby a determinare le decisioni politiche in provincia di Bolzano. Essi intendono le lobby degli albergatori, degli industriali, degli artigiani, dei commercianti le quali sono ben organizzate e riescono spesso ad eleggere i loro rappresentanti nel Consiglio e nella Giunta provinciale. Ancor più criticata è la lobby dei contadini – il Bauernbund – che, con la sua compattezza, peserebbe eccessivamente sulle scelte della Politica. Se, come pare verosimile, si va sempre più verso una democrazia delle lobby, allora diventa ancora più evidente lo squilibrio verso una parte importante della società come quella del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici. La rappresentanza degli interessi dei lavoratori conta poco nel panorama della vita sociale ed economica provinciale. Il motivo principale di questa minore rilevanza è il frazionamento. Read More
Fuori dalla gabbia si sta meglio. C’è più libertà e anche più possibilità di autogestione, più assunzione di responsabilità. Per gabbia intendo quella del centralismo dello Stato che sovrasta le possibilità di autogoverno dei territori anche in materie dove gli stessi potrebbero e dovrebbero intervenire direttamente. Il centralismo induce una sorta di rassegnazione e passività: su questa materia decide Roma e solo Roma. Per fortuna non è solo e sempre così ed inoltre la nostra Costituzione prevede il principio di sussidiarietà e cioè che lo Stato debba intervenire solo là dove gli altri Enti di livello inferiore non siano in grado di intervenire.
Oggi, per esempio, si è festeggiato il 25° dalla istituzione dell’Ente territoriale per la Previdenza complementare, il Pensplan. Read More